4, 8, 15, 16, 23, 42, vendetta.

Lo dico subito, sono orfana di Lost.

Certo, da ragazzina sono cresciuta con Beverly Hills 90210, ma resto orfana di Lost.

Mi piace ancora David Silver (sì, lo sfigatino del gruppo che è diventato il più figo di tutti), ma Lost resta Lost.

Una serie che, con quel cazzo di finale, mi ha fatto inveire come una dannata ma che mi ha tenuta attaccata allo schermo come nessun’altra.

Poi sono arrivati i tempi moderni…

Premetto di non essere un fulmine nella visione delle serie tv, GOT, ad esempio, l’ho iniziato quando è uscita l’ultima stagione. Un leggero ritardo, di quei miseri 8 anni.

Poi me ne sono innamorata. E il resto va da sé.

Recentemente, con quel tempismo che mi contraddistingue, mi sono messa a guardare Revenge, una serie trasmessa tra il 2011 e il 2015. La mia velocità è pari a quella di Leclerc in retro senza una gomma, motore e alettone alla Rascasse.

Ma andiamo al dunque.

La nostra giovane protagonista ha vissuto un inferno e decide di vendicarsi di coloro che le hanno portato via tutto. E per tutto intendo tutto.

Sì certo, semplifico, ma capirete, non posso tediarvi con quello che vi racconta Wikipedia, cliccate e scopritelo da voi, come per le recensioni dei libri non dico quello che potete leggere ovunque, dico quello che mi va di dire.

Allora, la giovane protagonista che ha disponibilità economiche che nemmeno Trump nei tempi migliori, ha come nemico principale (capirete poi perché dico così) una famiglia di pezzi di merda senza scrupoli, senza pudore e senz’anima che nemmeno i fratelli Grimm avrebbero potuto immaginare. Che saranno anche stronzi indegni di respirare ma hanno un gran gusto nel vestire, va detto.

Quindi, case di lusso, tutti ricchi da far paura, servitù (che nel doppiaggio chiamano proprio servitù), ma in quelle dimore degne di finire su AD può entrare chiunque. Non hanno un campanello, un cancello, un video citofono, nemmeno un batacchio. Entrano ed escono preti, ladri, killer, amanti. Non ci sono allarmi, guardie, pitbull, solo tende svolazzanti che preannunciano vento perenne e sagome ambigue. E poi da quelle finestre si spia che è una meraviglia. Persiane, queste sconosciute.

Gli intrighi sono molteplici, talmente tanti che a un certo punto ho smesso di farmi domande, tanto non avrei trovato risposta.

Se vedi qualcuno di nuovo in scena sai che lei, la nostra Emily-Amanda, gli farà un culo che Tyson a paragone risulta un’educanda.

Segnalo che mi è piaciuto un solo personaggio che a un certo punto muore e io avrei voluto che lui e lei vivessero felici e contenti e invece fa anche una fine di merda e che palle, lo sapevo, ma ci avevo creduto. Chi? AM. Capirete, se no non fa niente, tanto piaceva a me.

Comunque le incongruenze sono tante, le cose che non mi tornano di più, la facilità con cui la gente muore, ma soprattutto uccide, è destabilizzante. Per non parlare di come tutti si innamorino di tutti alla velocità della luce. Marta Flavi avrebbe avuto poco successo.

Eppure la sto divorando, sì, mi manca qualche puntata della quarta e ultima stagione ma ci sono quasi.

Tutto questo per dire che ho i miei tempi e che mi faccio domande del cazzo anche sulle serie tv.

Ma datemi un intrigo, un mistero, una vendetta e lo scorpione che è in me gongolerà.

La fine la temo scontata, al contrario di Lost; perché checché se ne dica, Lost resta Lost.

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